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Nell’intricato universo di Jonathan Calugi

La libertà Jonathan l’ha respirata fin da bambino, nella cartolibreria dei suoi genitori. Colori e materiali da disegno ovunque, l’ambiente ideale per far viaggiare la creatività e la fantasia. Il nonno d’altronde, artista carrista di Viareggio, era volato a New Orleans per mettere il suo talento a disposizione della città della Louisiana.

Jonathan è un autodidatta. Non ha fatto il liceo artistico, perché non voleva lasciare la sua Pistoia per trasferirsi a Firenze, e l’accademia l’ha lasciata dopo essersi rotto il polso. Non esattamente il percorso standard per diventare uno dei più promettenti talenti dell’illustrazione mondiale. Nel 2010 è stato inserito dalla rivista Print Magazine fra i 20 New Visual Artists Under 30 mentre l’Art Director Club di New York lo ha messo fra i 50 Young Guns sotto i trent’anni.

La professione Calugi l’ha imparata lavorando: un giorno, su suggerimento della fidanzata, ha messo online le copertine realizzate per gli album della sua band. “Chissà che a qualcuno non possano piacere”, era stato il ragionamento. E lo stile di Jonathan è piaciuto a tanti, fin da subito.

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Lo stile di Jonathan è particolarissimo e va, come dice lui, “dalla confusione alla semplificazione per tornare alla confusione“. I suoi artwork riproducono schemi intricati, ossessivi e geometrici. Veri e propri mondi in miniatura estremamente ricchi di dettagli.

Nella serie realizzata per De’ Longhi Artista series, ad esempio, la grafica che decora le macchine per l’espresso nasconde lettere e parole, per lasciare alle persone il gusto di scoprire nuovi dettagli tazza dopo tazza. “È come in ‘Dov’è Wally?’ – dice Jonathan – Ogni volta, puoi trovare una sorpresa”.

Oltre a De’ Longhi sono stati tantissimi i brand internazionali ad affidarsi a Jonathan: Google, Apple, Nike, Sony, Facebook, Airbnb, Shutterstock, Logitech, New York Times… e la lista sarebbe ancora molto lunga.

Ora Jonathan, che fa parte dell’associazione Illustri, arriva su T-Shirt.it con un artwork che emblematicamente si chiama “Connessioni“. Nasce per illustrare il 2 di fiori nella seconda serie di carte da gioco Playing Arts e racconta davvero tanto dell’universo espressivo di Calugi: il tratto è inconfondibilmente il suo, un mondo di intricate, accuratissime linee che si dipanano nello spazio avvicinandosi e allontanandosi per creare forme e geometrie.

 

 

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