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Ale Giorgini, questione di vita e di arte

“Illustratore” è poco per descrivere l’attività artistica e lo spessore di Ale Giorgini. Piuttosto è uno a cui devi dare un pizzicotto a fine giornata e chiedergli se si è ricordato di respirare. Insegnante alla Scuola Internazionale di Comics, Direttore artistico del Berga Urban Museum e di Illustri Festival, una vita da funambolo insomma e, tanto per non farsi mancare nulla, ha intrapreso insieme a Graffiti questa incredibile avventura che è T-Shirt.it

Siamo a casa sua, un mausoleo di illustrazioni, locandine di grandi film, serie TV e osservando le sue creazioni capiamo che in qualche modo il geometra che è in lui (scuola che ha tanto odiato) influisce ancora oggi sul suo stile, insieme a quei film e telefilm anni ‘80 che permeano i lavori più personali, dove dà libero sfogo alla fantasia, per ritornare con la mente ai momenti in cui disegnare era puro divertimento.

«Nelle mie illustrazioni c’è davvero molto di me – racconta – il mio carattere, la mia storia personale, la mia visione delle cose. Probabilmente si può capire più di me attraverso le illustrazioni, che incontrandomi di persona».

Solare, divertente, Ale Giorgini ha una visione molto serena del suo lavoro, quello che fa lo rende felice e riesce a trasmettere questa serenità anche a noi che lo ascoltiamo divertiti e in qualche modo arresi. Ma «fra cinque anni stop», ci ha confidato: rimetterà la matita nell’astuccio e girerà il mondo in barca, il sogno di tutta una vita. Anche se qualcosa ci dice che di tanto in tanto tornerebbe a far capolino nella sua Vicenza, città di cui ama ogni cosa: da Piazza dei Signori, agli artisti di strada di Corso Fogazzaro. Il modo in cui ne parla, gli occhi che indossa mentre descrive il piacere di uno “sprizon” (vino, acqua e una scorza di limone) ci fanno capire che soltanto la sua adorata Betty potrebbe tenerlo lontano da tutto ciò. Betty, il suo cane.